Artrosi di caviglia: con la protesi si può tornare a camminare come prima?
Artrodesi o artroprotesi: risultati e nuove frontiere.
- Ottobre 5, 2021
Nell’artrosi di caviglia, come in altre articolazioni del corpo (spalla, ginocchio, anca) la protesi consente di eliminare il dolore conservando la capacità di movimento della caviglia. Ne parliamo con il dottor Antonio Saracino, Responsabile Area Superspecialistica di Piede e Caviglia del Joint Care Team, e i chirurghi superspecialisti di Joint Care Team.
Una delle patologie più frequenti del retropiede (la caviglia) è l’artrosi della caviglia. Meno frequente rispetto all’artrosi di anca o di ginocchio, l’artrosi di caviglia può comparire anche in giovane età e causare un danno funzionale e riduzione della qualità di vita.
Quali sono le cause dell’artrosi di caviglia?
Il processo che porta all’artrosi di caviglia è caratterizzato dall’alterazione degenerativa della cartilagine articolare, perlopiù a causa di:
- traumi alla caviglia o in prossimità (fratture del malleolo o dell’astragalo)
- instabilità della caviglia da lesioni dei legamenti
- patologie infiammatorie croniche (malattie reumatiche, artrite psoriasica)
Quali sono i sintomi dell’artrosi di caviglia?
I sintomi più comuni sono:
- dolore da carico (a camminare e a correre)
- rigidità articolare, specie al mattino
- zoppia.
Con la progressione della patologia, l’artrosi della caviglia può determinare limitazioni nelle attività quotidiane, con un impatto fortemente negativo sulla qualità di vita.
Come viene trattata?
Nelle fasi iniziali, il trattamento dell’artrosi di caviglia prevede un approccio di tipo conservativo. In genere, nelle fasi iniziali dell’artrosi di caviglia, il trattamento conservativo è efficace nel ridurre il dolore e conservare il movimento articolare. IL trattamento conservativo dell’artrosi di caviglia include:
- terapia medica con farmaci antinfiammatori, analgesici, condroprotettori (che proteggono la cartilagine)
- infiltrazioni eco-guidate di corticosteroidi e/o acido ialuronico
- medicina rigenerativa
- terapie fisiche (magnetoterapia, tecarterapia).
Nei pazienti con patologia artrosica in fase avanzata e in caso di fallimento delle terapie conservative, si valuta il trattamento chirurgico mediante artrodesi o artroprotesi (protesi totale di caviglia). Quest’ultima rappresenta, allo stato attuale, l’opzione più efficace per ridurre il dolore mantenendo la capacità di movimento della caviglia.
Che cos’è l’artrodesi?
Il termine artrodesi indica una tecnica chirurgica che prevede la fusione dell’articolazione, con la conseguente perdita della capacità di movimento della caviglia, che viene bloccata a 90°.
Questo “sacrificio” ha però un impatto anche su altre articolazioni, a causa di maggiori sollecitazioni; pertanto, esiste un rischio più elevato di degenerazione osteoartrosica (artrosi) anche di altre articolazioni.
L’artrodesi è stata considerata il trattamento chirurgico standard per i pazienti con osteoartrosi alla caviglia in stadio avanzato fino a quando furono descritte le prime procedure di artroprotesi, negli anni Settanta. Attualmente, l’artrodesi viene utilizzata in casi specifici in cui il successo di un intervento di protesi di caviglia non sarebbe garantito (per esempio in caso di scarsa qualità ossea o esiti di gravi patologie neurologiche). Tuttavia, a causa della limitazione del movimento articolare dopo l’intervento di artrodesi, l’efficienza dell’andatura delle persone sottoposte a questa procedura è ridotta.
Dopo artrodesi infatti, il paziente può riferire difficoltà a camminare su terreni irregolari, a salire o scendere le scale, nonché a indossare alcuni tipi di calzature, come gli stivali.
In cosa consiste l’intervento di protesi di caviglia?
L’intervento di protesi di caviglia, chiamato di artroprotesi, prevede la sostituzione dell’articolazione con l’impianto di una protesi artificiale in grado di garantire un movimento naturale alla caviglia.
Se è vero che le prime protesi (negli anni 70) fornivano risultati clinici non pienamente soddisfacenti, tuttavia i progressi tecnologici nel campo dell’artroplastica hanno consentito di progettare e realizzare protesi a tre componenti con un design quanto più vicino all’anatomia naturale della caviglia, migliorando enormemente i risultati clinici.
Si può tornare a camminare come prima con una protesi di caviglia?
L’impianto di una protesi di caviglia, a differenza dell’artrodesi, consente di preservare il naturale movimento articolare e quindi di tornare a camminare.
Quanto dura l’intervento di protesi di caviglia?
L’intervento di protesi di caviglia dura circa 3 ore e prevede una degenza ospedaliera di 4-5 giorni. Dopo circa 2 settimane di immobilizzazione della caviglia tramite un tutore, è previsto un programma di recupero fisioterapico, essenziale per una ripresa ottimale della funzionalità articolare.
Quanto dura una protesi di caviglia?
La durata dell’impianto protesico è variabile in relazione all’età e al peso corporeo della persona operata, nonché alle attività a cui è sottoposta la protesi (carichi da sport, lavoro, eccetera). Tuttavia, nella quasi totalità dei casi, la durata media di una protesi di caviglia è di circa 10 anni.
Perchè si preferisce la protesi di caviglia all’artrodesi?
Nei centri all’avanguardia, il dubbio sulla scelta dell’opzione chirurgica è superato. Laddove siano rispettate le indicazioni e vi siano le condizioni ottimali, la protesi di caviglia è da preferire all’artrodesi. I motivi sono diversi:
- l’età non costituisce più un limite: infatti in passato si consigliava la protesi di caviglia solo a persone con più di 60 anni per favorire, con le minori richieste funzionali, una più lunga durata della protesi stessa. Oggi anche nei giovani di 20 anni con caviglie degenerate post traumatiche si applica la protesi di caviglia
- l’artrodesi di caviglia non è indicata in presenza di alterazioni degenerative in altre articolazioni (l’altra caviglia, il ginocchio, l’anca) perchè lo spostamento di carichi anomali sulle articolazioni vicine determinerebbe un’accelerazione dei processi degenerativi
- in pazienti già portatori di protesi d’anca o di ginocchio, l’artrodesi di caviglia determinerebbe un sovraccarico dell’articolazione con protesi con conseguenze gravi sulla durata della protesi stessa.
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Cosa dicono gli studi
A proposito di confronto tra artrodesi e artroplastica: uno studio prospettico pubblicato sulla rivista americana “The journal of bone and joint surgery” da Norvel e colleghi nel 2019, ha confrontato gli esiti del trattamento chirurgico dell’artrosi della caviglia con le due procedure (artrodesi e artroprotesi) in oltre 500 pazienti. A 24 mesi dall’intervento entrambe le metodiche sono risultate efficaci, senza differenze significative in termini di tassi di chirurgia di revisione e di complicanze. Tuttavia il miglioramento in numerosi outcome riportati dai pazienti era maggiore dopo artroprotesi rispetto all’artrodesi.
I principali vantaggi dell’impianto protesico rispetto all’artrodesi sono:
- il mantenimento della capacità di movimento della caviglia
- il ridotto rischio di sviluppo di artrosi delle articolazioni adiacenti.
In definitiva, nei casi in cui vi sia una perfetta qualità ossea e l’apparato legamentoso sia integro, attualmente la strategia chirurgica di scelta per il trattamento dell’artrosi di caviglia è rappresentata dall’artroprotesi.