Artroscopia d'anca

Breve guida per aiutare il paziente a gestire nel migliore dei modi il periodo post-operatorio ed affrontare adeguatamente il programma riabilitativo

L’artroscopia d’anca viene utilizzata per trattare alcune patologie come il conflitto femoro acetabolare, il conflitto dell’ileo-psoas, la presenza di corpi mobili intra-articolari, l’anca a scatto ecc.
Tale metodica può essere anche impiegata nei casi in cui sia difficile formulare la diagnosi clinicamente e/o con metodiche strumentali.

 

  • L’artroscopia d’anca è un intervento che viene eseguito introducendo in articolazione, attraverso piccole incisioni cutanee, un’ottica collegata ad una telecamera, e strumenti manuali e motorizzati di dimensioni assai ridotte. (4-5.5 mm di diametro).


  • L’intervento può essere eseguito in anestesia generale, spinale oppure  utilizzando entrambe le tecniche. Nella mia pratica clinica preferisco associare le due procedure anestesiologiche per ottenere il miglior rilassamento possibile garantendo al paziente un’ottima analgesia.


  • La durata della procedura può variare da 2 a 3 ore a seconda del tipo di intervento che sia necessario eseguire.


  • La dimissione avviene generalmente entro  le  48  ore successive all’intervento chirurgico. La maggior parte dei pazienti non lamenta dolore a partire dal mattino susseguente la procedura artroscopica. Il paziente può tornare al proprio domicilio, utilizzando l’automobile in veste, ovviamente, di passeggero.


  • Ad eccezione di casi particolari, la terapia domiciliare post-chirurgica, prevede l’utilizzo di farmaci anti-trombotici, antibiotici ed anti-infiammatori. Questi ultimi non vengono prescritti a scopo anti-dolorifico ma per prevenire la possibile formazione di calcificazioni nei tessuti molli peri- articolari.


  • Spesso i pazienti sono allarmati per la comparsa di un ematoma a livello della zona laterale e posteriore della coscia. Generalmente l’ematoma si riassorbe nell’arco di qualche settimana senza alcuna complicanza. Per prevenire la comparsa di ematomi si consiglia di utilizzare la borsa del ghiaccio per 20 minuti 3-4 volte al giorno per 10 giorni.


  • In qualche caso il paziente può lamentare comparsa di formicolii o insensibilità a livello dei genitali o del dorso del piede. Tale disturbo regredisce nella quasi totalità dei casi entro il primo- secondo mese dall’intervento.


  • Il paziente può noleggiare un apparecchio necessario alla mobilizzazione passiva dell’anca e del ginocchio (KineteK). Tale strumento va utilizzato 2-4 ore al giorno per l’intero mese successivo all’intervento chirurgico, iniziando da 30° di flessione per raggiungere nel più breve tempo possibile, senza  avvertire  dolore,  la  massima permette il recupero passivo del movimento articolare evitando altresì la formazione di aderenze intra-articolari.

    Se disponibile, altrimenti non è necessario il suo noleggio od acquisto, si può utilizzare la cyclette per un periodo non superiore a 5 minuti/3 volte al giorno avendo l’accortezza di mantenere la sella alta ed evitando qualsiasi tipo di resistenza.



  • Possono essere utili le contrazioni isometriche in dorsi-flessione del piede. In posizione supina, il paziente deve “trazionare” il piede verso la testa per 10 secondi mantenendo completamente esteso tutto l’arto inferiore. Segue un periodo di r i l assamento d i 20 secondi. L’esercizio va ripetuto 5 volte ogni 3-4 ore, durante il giorno. Il paziente deve evitare di eseguire esercizi di potenziamento muscolare!


  • Il primo controllo post-operatorio avviene, generalmente, 10 giorni dopo l’intervento chirurgico. In quell’occasione si provvede alla medicazione delle ferite chirurgiche e alla rimozione dei punti di sutura.


  • Se le condizioni cliniche sono soddisfacenti e il paziente ha raggiunto con il kinetek almeno 100° di flessione passiva, quest’ultimo viene avviato alla fase successiva del protocollo riabilitativo che prevede l’intervento di un fisioterapista che abbia maturato una buona esperienza nel settore dell’artroscopia d’anca.


  • Il fisioterapista mobilizza l’anca operata con movimenti passivi di circonduzione, in intra od extra rotazione, mantenendo ginocchio e anca flessi da 30° a 90°. Gli stessi esercizi potranno essere eseguiti anche a domicilio con l’aiuto di un familiare.
    In questa fase viene consigliata un’auto rieducazione in piscina. Il paziente non dovrà nuotare ma, semplicemente, “galleggiare”, nell’acqua alta con semplici movimenti di gambe e braccia utilizzando un salvagente anche se si possiedono buone capacità natatorie.


  • Il fisioterapista insegnerà al paziente a deambulare correttamente abituandosi ad abbandonare progressivamente le stampelle.
    I lavoratori sedentari possono riprendere le proprie attività 20-40 giorni dopo l’intervento.
    Il ritorno all’attività sportiva può richiedere 3-6 mesi di tempo.