Il conflitto femoro acetabolare

Cosa si deve sapere

  • Cosa significa conflitto femoro acetabolare?
    Per conflitto femoro acetabolare si intende quel contatto, che non dovrebbe esserci, tra le due strutture dell’anca, la parte femorale e la parte acetabolare.

    Noto anche come FAI, acronimo delle parole inglesi Femoro Acetabular Impingement, per spiegare il conflitto femoro acetabolare è importante sapere che il femore è l’osso della coscia, la parte della gamba che si collega al tronco, costituito da una testa di forma sferica; l’acetabolo, invece, è la cavità semisferica del bacino all’interno della quale ruota la testa del femore, permettendo tutti i movimenti possibili della gamba che conosciamo.

    Per capire il conflitto femoro acetabolare, basti pensare ai pedali di una bicicletta: mentre pedaliamo, i pedali hanno una traiettoria regolare, che passa vicino al telaio ma non lo tocca, e il movimento è fluido. Il conflitto si ha quando, per un qualsiasi motivo, i pedali ad ogni giro vanno a sfiorare fino a toccare il carter della catena o il telaio. Tornando all’anca, si ha conflitto quando il collo del femore urta, durante il movimento, il bordo dell’acetabolo.

    Il conflitto vede coinvolta anche una struttura chiamata cercine acetabolare, un anello fibroso inserito al bordo dell’acetabolo, che avvolge la testa femorale come se fosse una guarnizione. Il suo ruolo è di sigillare la cavità articolare per mantenere all’interno il film liquido che consente lo scorrimento dei capi articolari quasi senza attrito.

  • Quali sono le cause del conflitto femoro acetabolare?
    Se la causa del “conflitto” tra pedali e carter della catena potrebbe essere uno spostamento dei pedali stessi o una deformazione del telaio, nell’anca la causa può essere una leggera deformazione del collo del femore, che diventa un po’ più largo (impingement tipo cam) oppure una eccessiva profondità della cavità dell’acetabolo, a causa della quale il collo femorale entra in contatto con il bordo (impingement tipo pincer), ma esistono anche forme miste, nelle quali i due tipi di conflitto possono coesistere in vari gradi.

    L’impingement tipo cam – il termine inglese cam si traduce nell’italiano camma – definisce con un termine meccanico, un rigonfiamento del collo del femore. Utilizzando l’analogia con i pedali della bicicletta, è come se il pedale avesse una sporgenza sul lato interno.


    L’impingement tipo pincer – il termine inglese pincer si traduce nell’italiano tenaglia – è un meccanismo a tenaglia che spinge il collo del femore contro l’acetabolo quando questo è troppo profondo. Un po’ come se l’albero dei pedali della bicicletta fosse troppo corto e l’asse del pedale non avesse spazio per ruotare.

    Inoltre, la continua sollecitazione meccanica del cercine ne può provocare il distacco, che alla lunga determina la lesione della cartilagine articolare con un meccanismo indiretto che progressivamente conduce all’artrosi. L’opinione corrente è che questa sia la causa di quella forma di artrosi dell’anca (coxartrosi) che definiamo idiopatica, cioè a genesi non identificata.

  • Quali sono i sintomi del conflitto femoro acetabolare?
    Il primo sintomo del conflitto femoro acetabolare è sempre un dolore che si manifesta all’anca, cioè a livello inguinale o dei glutei, causato dal cercine, talvolta accompagnato da una riduzione dell’arco di movimento dell’anca che può far sorgere il sospetto.
    Esistono però segni precisi che l’ortopedico specialista, durante la visita, è in grado di ricercare. La conferma diagnostica, però, avviene con appositi esami quali radiografia, TAC o risonanza RMN, richiesti dallo specialista sulla base delle valutazioni durante la visita. Fondamentale però è che la richiesta sia posta in modo corretto affinchè l’esame sia corretto.
  • Come si cura il conflitto femoro acetabolare?

    Il trattamento del conflitto femoro acetabolare è personalizzato sulla base della situazione e delle esigenze delle singole persone.

    La cura prevede: 

    • fisioterapia manuale per recuperare l’arco di movimento, e fisioterapia strumentale con laser o altre apparecchiature
    • infiltrazioni, cioè iniezioni di farmaci nell’articolazione dell’anca, effettuate sotto guida ecografica, per alleviare il dolore 
    • artroscopia, opzione chirurgica sempre più usata, ma non adatta a tutti, anzi, in alcuni casi controproducente, come l’esperienza ci ha insegnato
    • chirurgia di protesi, quando l’impingement evolve in artrosi, o se la situazione diventa invalidante per il dolore o per la riduzione della funzionalità dell’anca.