Intervento di Transfer del Gran Dorsale artroscopico - assistito

  • COS’È?

    La tecnica chirurgica del Transfer del Gran Dorsale artroscopicamente assistito ha l’obiettivo, in pazienti selezionati, di far recuperare la mobilità della spalla in caso di rotture massive irreparabili della cuffia dei rotatori, evitando o posticipando l’intervento di protesi inversa. Infatti, con l’intervento di Transfer del Gran Dorsale, il muscolo Gran Dorsale acquisisce una funzione di abbassatore della testa omerale recuperando la possibilità di elevare il braccio (abduzione) e spesso migliorando la rotazione esterna quando questa si era persa.
    Si tratta di un intervento indicato nei casi di spalla dolorosa pseudoparalitica, che in pazienti giovani (under 60) e attivi o lavoratori non può essere affrontata con la protesi inversa di spalla. In questi casi il Transfer del Gran Dorsale può essere una soluzione alla spalla dolorosa pseudoparalitica.

  • COSA SI INTENDE PER LESIONE IRREPARABILE DELLA CUFFIA?
     

    Per lesione irreparabile non si intende solo la “dimensione” della rottura tendinea ma anche la “qualità ed elasticità residua” dei tendini, e soprattutto lo stato dei loro muscoli che vanno incontro ipo-atrofia progressiva e degenerazione, fino alla infiltrazione di grasso che rende pressochè inefficace il lavoro del muscolo stesso. Anche riparando tecnicamente bene una lesione tendinea, queste condizioni di perdita di funzionalità dei muscoli non permetterà il ripristino di quell’equilibrio di forze con il deltoide, necessario a mantenere “centrata” la testa omerale, e non impedirà la risalita e l’attrito sull’acromion con conseguente ri-rottura nel breve periodo (Riparazione Illusoria). Quando il sistema di tendini della cuffia dei rotatori ha subito una lesione irreparabile e la testa dell’omero, non più adeguatamente trattenuta nella sua posizione, si sposta verso l’alto, prima che inizi la sofferenza cartilaginea o ci siano cedimenti tendinei ulteriori, è indicato l’intervento di transfer (trasposizione) del muscolo Gran Dorsale.

  • QUALI SONO I SINTOMI DI UNA ROTTURA MASSIVA IRREPARABILE DEI TENDINI?
     

    A causa della rottura sia del sovraspinoso che dell’intero sottospinoso, il paziente non riesce a sollevare il braccio e spesso deve usare il braccio sano controlaterale per muovere quello danneggiato. Ad esempio, anche solo sollevare un bicchiere di acqua può essere difficile a causa della perdita parziale della extrarotazione, il dolore può essere presente di notte o costante nella vita quotidiana.

 

  • A CHI È INDICATO L’INTERVENTO DI TRANSFER DEL GRAN DORSALE?
     

    L’intervento di Transfer del Gran Dorsale è indicato soprattutto ai pazienti attivi che abbiano una lesione massiva non riparabile dei tendini sovraspinoso e sottospinoso della cuffia dei rotatori, ovvero rotture postero superiori che impediscano al paziente di compiere movimenti in elevazione e abduzione (anche solo perdita di forza con dolore) del braccio. In questi casi, l’alternativa sarebbe la protesi di spalla, ma in chi esegue lavori manuali e nelle persone giovani fino a 50-55 anni, e dove ha fallito il trattamento conservativo, il transfer del Gran Dorsale rappresenta un’efficace alternativa alla protesi. I risultati sono soddisfacenti anche in maschi, attivi e motivati non oltre i 70 anni e in donne non oltre i 66-67 anni, in buone condizioni di salute generale e non fumatori.

 

  • COME SI EFFETTUA?

    L’intervento consiste nel trasferimento del muscolo Gran Dorsale nella spalla per farlo lavorare in sostituzione della cuffia dei rotatori lesionata in modo irreparabile. Si esegue in anestesia “Combinata o Blended”, con blocco anestetico loco-regionale associato a una anestesia generale superficiale. Il paziente è posizionato sul fianco.Il transfer del Gran Dorsale si esegue con tecnica chirurgica mista, artroscopica e open, a cielo aperto. Il tendine del Gran Dorsale viene disinserito dall’omero a mezzo di un’incisione nella zona ascellare e viene poi trasferito attraverso alcuni muscoli della zona della spalla, dove era già stata preparata in artroscopia la zona di impianto.

    Recuperato il tendine nello spazio tra tetto acromiale e testa omerale, viene fissato con miniviti ad impatto con procedura artroscopica. L’intervento può durare circa 60-90 minuti, a cui segue un ricovero ospedaliero di 2 giorni.

     

 

  • QUALI SONO I VANTAGGI PER IL PAZIENTE?
     

    Il vantaggio principale del trasferimento del Gran Dorsale artroscopico è quello di evitare danni importanti al deltoide, dal momento che una piccola incisione all’ascella è sufficiente per preparare il tendine e il muscolo per potere essere trasferito.
    La parte artroscopica dell’intervento permette di esplorare l’articolazione dall’interno a 360° e di rimuovere eventuali aderenze circonferenziali della capsula che potrebbero limitare il movimento dell’articolazione e impedire la funzione del Transfert. Inoltre, controlla lo stato cartilagineo e degli altri tendini – sottoscapolare e piccolo rotondo – la cui integrità è indispensabile per il buon risultato finale.

  •  SI PUÒ EFFETTUARE IN TUTTI I PAZIENTI?

    Non si può effettuare in caso di artrosi concomitante, rottura concomitante del sottoscapolare, grave atrofia del piccolo rotondo, lesione pre-esistente del nervo ascellare, rottura cronica del deltoide.

  •  DOPO QUANTO TEMPO DALL’INTERVENTO SI PUÒ USARE IL BRACCIO?
     
  1. Subito dopo l’intervento, indossare un tutore in posizione neutra a 15’ di abduzione , da tenere in posizione senza rimuoverlo, nemmeno di notte, per circa 6 settimane. Durante questo periodo è permesso il movimento passivo assistito dopo 15-20 gg e piccola attività di autonomia personale. Il movimento attivo e contro resistenze deve essere evitato per almeno 2-3 mesi dopo l’intervento.
  2. Si può tornare a guidare l’auto dopo il secondo mese.
  3. la ripresa delle attività lavorative impiegatizie è possibile dopo 2 mesi, se queste implicano attività di carico o lavori manuali dopo 4 mesi. Per le restanti attività occorre invece aspettare che siano passati almeno 5 mesi dall’intervento.
  4. La guarigione completa può essere più lunga che in ogni altra tecnica di riparazione diretta cuffia, ed è ottimale a 1 anno dall’intervento, a causa della necessità dell’organismo di ricostruire anche nuove vie nervose dalla periferia al cervello e viceversa per ottimizzare questa nuova condizione motoria.

  • QUALI POSSONO ESSERE LE COMPLICANZE?

    L’intervento ha una sua complessità dovuta alla zona ascellare di prelievo del tendine Gran Dorsale in cui sono presenti nervi e vasi che scendono all’intero arto superiore. Pertanto, rispetto a un intervento di sola riparazione artroscopica, possono essere presenti complicanze quali:
  • lesioni neuroaprassiche, cioè temporanee, del nervo radiale e ascellare
  • ematomi o sieromi in zona di prelievo del gran dorsale
  • infezioni, per la tecnica mista cioè prima prelievo a cielo aperto poi trasferimento in articolazione nonostante tutte le precauzioni antisettiche possibili
  • possibilità di interventi di revisione/ pulizia artroscopica in caso di infezione che possono compromettere il risultato funzionale finale
  • possibile mobilizzazioni delle ancore di fissazione del tendine Gran Dorsale, legate alle forze generate dal tendine e dalla qualità ossea
  • possibile rigidità e limitazione del recupero in particolare quando il transfer viene eseguito in esiti di intervento pregresso.