Chirurgia mini-invasiva dell’avampiede

Nel trattamento delle patologie e delle malformazioni più comuni

Gli interventi chirurgici all’avampiede sono procedure di alta specializzazione e devono pertanto essere eseguiti da specialisti ortopedici con spiccata esperienza in tale ambito.

Troppo spesso trascurato, il piede è un organo fondamentale per il mantenimento della posizione eretta, lo spostamento nello spazio durante le attività della vita quotidiana e lo svolgimento dell’attività sportiva.

Un piede che fa male e appoggia in modo non corretto al suolo determina squilibri posturali, con possibili ripercussioni dolorose anche sulla colonna vertebrale, sulle anche e sulle ginocchia. Un buon appoggio plantare, inoltre, favorisce la circolazione e quindi una buona ossigenazione dei tessuti e degli organi.

Malformazioni congenite a livello della morfologia dell’avampiede (metatarsi e falangi) o alterazioni provocate da eventi traumatici o patologici possono rendere necessario il ricorso a un intervento chirurgico di correzione.

Quali sono le principali patologie dell’avampiede?

Le principali patologie dell’avampiede sono:

  • Alluce valgo: nei pazienti con questa problematica, l’alluce si sposta verso le altre dita sviluppando quella che viene definita comunemente “cipolla”, una deformità ossea a livello della testa del primo metatarso. Non si tratta di un problema estetico (o, quantomeno, non solo estetico…), bensì funzionale, che può provocare difficoltà a camminare e avere conseguenze negative anche sulla postura.
  • Dito a martello: nei pazienti con questa problematica (spesso conseguente a un appoggio plantare non corretto a causa della presenza di alluce valgo) la seconda falange è piegata sopra la prima, provocando dolore anche molto intenso e infiammazione. Nei casi più lievi possono essere validi l’impiego di dispositivi di protezione in silicone per ridurre l’attrito e l’utilizzo di scarpe comode.
  • Metatarsalgia: caratterizzata dalla formazione di callosità sulla pianta e dall’insorgenza di dolore localizzato nell’avampiede, questa problematica è causata da un alterato appoggio del piede che determina una distribuzione non fisiologica del peso sui metatarsi. La metatarsalgia è spesso associata alla presenza di alluce valgo.
  • Alluce rigido: nei pazienti con questa problematica, di tipo artrosico degenerativo, l’alluce perde la sua normale mobilità articolare, procurando dolore alla deambulazione. Nei casi più lievi può essere sufficiente un approccio conservativo (utilizzo di plantari e scarpe adeguate).

In quali casi è necessario ricorrere all’intervento chirurgico?

Nei casi in cui l’approccio conservativo alle problematiche dell’avampiede non abbia avuto l’effetto auspicato e quando la deformità, il dolore intenso e la limitazione funzionale sono tali da non permettere una buona deambulazione, si rende necessario il ricorso a un intervento di correzione chirurgica.

Accanto alla chirurgia tradizionale, cosiddetta open, tuttora indispensabile per alcune patologie del piede, negli anni si è evoluta la procedura mini-invasiva percutanea che si avvale dell’impiego di:

  • mini-bisturi
  • piccole frese (di svariati diametri e lunghezze) per limare e modellare l’osso.

Quali sono i vantaggi della chirurgia mini-invasiva rispetto a quella tradizionale?

La chirurgia mini-invasiva, eseguita in anestesia locale in regime di day-surgery, consente di risolvere numerose patologie del piede con ottimi risultati funzionali (addirittura migliori della chirurgia open) e grande soddisfazione da parte del paziente.

È quanto emerge anche da uno studio prospettico pubblicato di recente su Foot and Ankle Surgery (Yassin et al 2020), che ha messo a confronto le preferenze di 287 pazienti operati per deformità dell’avampiede mediante chirurgia a cielo aperto o percutanea. I pazienti sono stati seguiti per un periodo massimo di 24 mesi per valutare il dolore, le complicanze e la soddisfazione correlati all’intervento. Dall’analisi dei risultati è emerso come durante le prime 6 settimane dopo l’intervento il dolore sia stato minore nei pazienti sottoposti a tecniche percutanee rispetto alla chirurgia open. In definitiva, la chirurgia percutanea dell’avampiede si è dimostrata sicura ed efficace, con risultati radiografici (in una coorte di 96 pazienti con alluce valgo) e clinici sovrapponibili alla open sia a 6 che a 24 mesi. A causa del minore dolore post-operatorio e del minor rischio di infezione, tuttavia, le preferenze dei pazienti sono state significativamente a favore delle tecniche percutanee.

Inoltre la chirurgia mini-invasiva possiede altri vantaggi:

  • tempi chirurgici brevi
  • dolore postoperatorio ridotto
  • sanguinamento ridotto
  • assenza di cicatrici (grazie alle minuscole dimensioni delle incisioni cutanee)
  • possibilità di operare anche pazienti allergici ai metalli (nessun impiego di viti, placche o fili metallici).

Entro poche settimane dall’intervento, il paziente operato può guidare l’automobile e riprendere l’attività lavorativa.

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