LE LESIONI MENISCALI

Parola d’ordine: SAVE THE MENISCUS... preservare il menisco!

I menischi giocano un ruolo cruciale nel mantenimento della longevità della cartilagine articolare e, quando possibile, devono essere preservati

Nell’articolazione del ginocchio, tra i condili femorali e il piatto tibiale, sono presenti due piccole strutture fibrocartilaginee resistenti alle sollecitazioni meccaniche, i menischi: uno mediale a forma di mezzaluna ed uno laterale di forma circolare.

Quali sono le funzioni dei menischi?

Storicamente considerati strutture prive di funzione, con il tempo è stato riconosciuto il ruolo cruciale dei menischi nell’ambito dell’articolazione del ginocchio. Numerosi sudi hanno documentato come la rimozione completa di queste strutture determini un’accelerazione significativa della degenerazione articolare del ginocchio con comparsa dell’artrosi.

Nel dettaglio i menischi:

  • aumentano l’area di contatto tra femore e tibia grazie alla presenza di fibre in grado di espandersi quando sottoposte a forze di compressione
  • ammortizzano i carichi applicati al ginocchio, preservando così la cartilagine articolare
  • fungono da nutrimento per le cellule della cartilagine

Perché i menischi si rompono?

Le lesioni dei menischi rappresentano una delle cause più frequenti di dolore acuto del ginocchio, possono essere semplici o complesse e avere origine traumatica o degenerativa.

  • Un violento trauma durante l’attività sportiva o lavorativa può provocare la rottura di uno o di entrambi i menischi; questo evento è più frequente tra i giovani e negli sportivi.
  • Con il passare degli anni il tessuto meniscale degenera, diventando meno elastico, e può andare incontro a lesioni anche in seguito a movimenti normali, talvolta anche svolgendo banali attività domestiche quotidiane.

Purtroppo, essendo scarsamente vascolarizzati, i menischi non possiedono la capacità di rigenerarsi spontaneamente in caso di lesione.

Quali sono i sintomi delle lesioni meniscali?

I sintomi principali di una lesione del menisco sono rappresentati da:

– dolore acuto (che aumenta quando si ripete il movimento che ha originato la lesione)

– versamento articolare

– sensazione di “cedimento” del ginocchio

– “blocco” dell’articolazione del ginocchio.

Possono inoltre verificarsi anche:

  • zoppia
  • incapacità di piegare/estendere completamente la gamba
  • incapacità e/o impossibilità ad accovacciarsi ed inginocchiarsi
  • dolore a scendere le scale o camminare in discesa
  • sensazione di scroscio associato a dolore durante il movimento del ginocchio

Quali esami sono utili per diagnosticare una lesione meniscale?

Il sospetto di una lesione del menisco può sorgere già in seguito al racconto da parte del paziente dei sintomi e del meccanismo della lesione (anamnesi), ma per porre la diagnosi lo specialista ortopedico valuterà, mediante esame obiettivo, il movimento del ginocchio (frammenti meniscali possono interporsi all’interno dell’articolazione, impedendone la corretta flessione ed estensione) e la presenza di liquido intrarticolare. Effettuerà inoltre test clinici ad hoc per la ricerca di sintomi specifici.

La diagnosi di lesione meniscale può essere confermata mediante esami strumentali.

  • Risonanza magnetica (RM): è l’esame specifico per lo studio della patologia meniscale in quanto fornisce informazioni chiare sullo stato dei menischi e sulle caratteristiche della lesione orientando il trattamento ortopedico più idoneo. La RM consente anche di diagnosticare lesioni associate quali rotture legamentose, danni cartilaginei ed ossei.
  • Radiografia (RX): esame necessario in caso di trauma al fine di escludere fratture ossee, esso fornisce informazioni utili anche nelle lesioni degenerative in cui è necessario eseguire RAGGI IN CARICO, cioè in piedi, al fine di evidenziare la presenza di eventuale artrosi.

Quando è utile un approccio conservativo?

Le lesioni meniscali di origine degenerativa possono essere trattate mediante un approccio conservativo, finalizzato a ridurre il dolore e a ripristinare la funzionalità articolare, senza operare il ginocchio.

  • Protocollo R.I.C.E., acronimo di rest, ice, compression, elevation (ossia riposo, ghiaccio, compressione ed elevazione), da applicare subito dopo l’insorgenza di una lesione acuta
  • Terapia medica con analgesici e antinfiammatori
  • Trattamento fisioterapico e riabilitativo, associato a limitazione dell’attività fisica e riduzione del peso corporeo
  • Terapia infiltrativa con cortisone e acido ialuronico

Quando è necessario intervenire chirurgicamente?

In caso di lesione traumatica acuta con paziente dolorante oppure in seguito al fallimento del trattamento conservativo di una lesione meniscale degenerativa non associata ad artrosi medio-grave, è necessario il ricorso al trattamento chirurgico, finalizzato all’asportazione della porzione di menisco lesionato oppure alla riparazione meniscale.

La tecnica chirurgica utilizzata è quella artroscopica, procedura mini-invasiva che permette un’alta precisione dei gesti chirurgici con tempi chirurgici, di degenza ospedaliera e di recupero brevi.

Poiché il menisco è una struttura fondamentale per l’articolazione del ginocchio, quando possibile viene effettuata la riparazione della lesione (sutura meniscale).

In molte lesioni, tuttavia, soprattutto degenerative, è necessario procedere con la rimozione di frammenti instabili di tessuto non funzionale (meniscectomia selettiva o parziale) senza toccare la parte integra del menisco.

A proposito di gestione chirurgica delle lesioni meniscali, uno studio pubblicato sul Journal of Orthopaedic Surgery da un gruppo di ricercatori del Singapore General Hospital ha documentato come sia la meniscectomia che la riparazione meniscale siano efficaci e si traducano in outcome positivi sia rispetto allo stato preoperatorio sia dal punto di vista del paziente. Con la chirurgia riparativa, tuttavia, sono stati osservati risultati clinici a lungo termine superiori, dimostrando il valore clinico di trattare la lesione meniscale con questo approccio, quando possibile.

Link pubmed https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/31117923/

Che cosa succede dopo l’intervento chirurgico?

Dopo un intervento chirurgico di meniscectomia selettiva o di sutura meniscale è necessario sottoporsi a un trattamento riabilitativo, finalizzato al ripristino della completa mobilità articolare e della funzionalità del ginocchio.

  • Meniscectomia selettiva: la fase riabilitativa consente di ottenere in breve termine ottimi risultati sul controllo del dolore sebbene le rotture degenerative richiedano più tempo per recuperare rispetto alle traumatiche. In genere si è in grado di camminare con l’ausilio di stampelle già il giorno dell’intervento e il ripristino della completa mobilità del ginocchio può avvenire sin da subito. Dopo circa 3-6 settimane, in base all’entità della lesione di partenza e dopo aver recuperato la completa funzionalità muscolare, è possibile ritornare alle normali attività quotidiane e lavorative.
  • Sutura meniscale: si deve camminare con l’ausilio di stampelle e con carico parziale sul ginocchio operato per 4 settimane, evitando la flessione forzata oltre i 90° per un certo intervallo di tempo. Dopo una fase riabilitativa finalizzata al recupero del movimento e del tono muscolare, la ripresa dell’attività sportiva è prevista in 4-6 mesi.

Il processo riabilitativo dopo sutura meniscale è più lungo rispetto a quello post-meniscectomia e la fase postoperatoria immediata più lenta, ma si tratta di un investimento a lungo termine in quanto la procedura è finalizzata ad evitare la progressione di una patologia artrosica nel medio-lungo periodo.

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